Fegato steatosico
Cosa vuol dire?
Fegato steatosico equivale a dire “fegato grasso”.
Il fegato, un organo singolo con un peso di circa 1,5 kg, rappresenta la ghiandola più grande del nostro corpo e in quanto tale asserisce a numerose e importanti funzioni. Strategicamente localizzato a livello della parte alta dell’addome destro, il fegato ha come compito fondamentale quello di drenare il sangue di provenienza intestinale, catturarne le sostanze nutritive in esso contenute derivanti dalla dieta, metabolizzarle e distribuirle agli altri organi. Ma oltre ai nutrienti, il nostro corpo introita anche sostanze dannose (farmaci, tossici ambientali e additivi alimentari). Tutti questi elementi tossici alla salute umana vengono processati dal fegato attraverso complessi processi metabolici che permettono la loro solubilizzazione e successiva eliminazione per via renale e/o intestinale.
Questa macchina perfetta può però rallentare il suo funzionamento molto più spesso di quanto pensiamo. Per svolgere al meglio le sue funzioni basta che il 30% delle sue cellule sia funzionante, questo ci fa capire che un danno al fegato viene concepito solo quando il 70% dei suoi epatociti è ormai distrutto!
Una delle patologie più frequenti, riscontrabili oggi nella maggior parte delle persone è la steatosi epatica.
La steatosi epatica, nota come ” fegato grasso”, è un eccessivo accumulo di grasso nelle cellule epatiche avvenuto in seguito a un processo infiltrativo o degenerativo. Il grasso epatico rappresenta il 5% del peso dell’organo; si parla di steatosi quando questa percentuale è superata. La formazione di steatosi è legata al ruolo che il fegato ha nel metabolismo dei grassi ed in particolare dei trigliceridi. La steatosi si verifica quando la cellula epatica accumula trigliceridi in conseguenza di una aumentata captazione di acidi grassi come accade in corso di diabete o in presenza di obesità, oppure in conseguenza di un aumento della sintesi endogena di acidi grassi come si verifica in corso di insulino-resistenza. Un terzo meccanismo alla base dello sviluppo di steatosi è rappresentato da una ridotta eliminazione dei lipidi da parte del fegato come accade in corso di malnutrizione, by-pass digiuno-ileale e diabete. Inoltre, la steatosi epatica , in una percentuale variabile dal 8 al 20%, può evolvere verso processi infiammatori e/o necrotici (“steatoepatite non alcolica” o NASH da “nonalcoholic steatohepatitis”) con eventuale fibrosi progressiva (nel 10-50% dei casi) del fegato. Le due situazioni vanno pertanto distinte, in quanto la steatosi “non infiammatoria” è reversibile con la correzione dei fattori che l’hanno indotta; la steatoepatite per definizione, è complicata da uno stato infiammatorio e fibrotico a quello dell’epatopatia alcolica e può progredire verso la cirrosi (in circa il 10% dei pazienti in dieci anni). I meccanismi all’origine del danno epatico in questa condizione sarebbero una alterazione del metabolismo degli acidi grassi indotta dall’insulina, l’ossidazione dei grassi o ancora un’anomala produzione di citochine, note molecole mediatrici dell’infiammazione. Una volta esclusa l’origine alcolica, nei non bevitori la steatosi epatica è più frequentemente causata da: sovrappeso ed obesità, alto tasso di colesterolo e, soprattutto, di trigliceridi, nel sangue, diabete ed altre malattie metaboliche, malattie virali (in particolare l’epatite C) e numerosi farmaci (es. estrogeni, corticosteroidi). In molti casi osservati nella clinica quotidiana la sindrome del fegato grasso è da attribuire alla cattiva alimentazione.
Pertanto le principali cause sono l’abuso di bevande alcoliche (e anche il vino o la birra sono bevande alcoliche!) e l’alimentazione non corretta che porta al sovrappeso ed alla obesità.
Come mi accorgo di averlo?
La steatosi epatica in genere è asintomatica. Ci si rende conto di avere la steatosi epatica dalla rilevazione agli esami del sangue di elevati livelli di colesterolo alterazione delle transaminasi e dall’ecografia che rileva un fegato “brillante”. Le prime evidenze di un fegato steatosico sono alterazioni di metaboliti a livello ematico (AST e ALT) e lieve ingrossamento dell’organo stesso. La diagnosi viene accertata grazie a metodiche di imaging (ecografia, tomografia assiale computerizzata [TAC] o risonanza magnetica [RM]), esami sierologici per escludere altre patologie epatiche e biopsia epatica.
E’ curabile?
In genere, la steatosi epatica è reversibile grazie alla dieta ed alla terapia farmacologica.
Seguire una dieta equilibrata e disintossicante è il modo giusto per far fronte ad una situazione di fegato grasso, ma anche per prevenire tale stato di pathos. Per dieta equilibrata si intende seguire un regime alimentare che sia equilibrato nell’apporto di nutrienti, che essi siano carboidrati, proteine (vegetali e animali), grassi e micronutrienti.
Per quanto riguarda invece il termine disintossicante, si fa riferimento a un piano alimentare che preveda la prevalenza di cibi che non intossichino l’organismo o che ne favoriscano la sua disintossicazione. Per soddisfare tali presupposti è bene rispettare poche buone abitudini, del tipo: bere molta acqua(circa 2L), mangiare tanta verdura e quantità moderate di frutta, evitare grassi (carni rosse,insaccati), zuccheri (farine raffinate, dolci), alcol e piatti molto speziati.
Esistono tanti alimenti buoni alleati del fegato. Tra le verdure meritano attenzione un po’ tutte le verdure “amare”: tipo la cicoria, la rucola, i rapanelli, con proprietà diuretiche e depurative; la carota ricca di vitamine e antiossidanti; il carciofo che stimola la produzione di bile e aiuta il processo digestivo; le barbabietole che hanno potere decongestionante e allontanano, le tossine così come cavoli, broccoli e tutte le verdure a foglia verde grazie al contenuto in clorofilla ad azione depurativa. Inoltre è bene consumare frutta ad alto contenuto di vitamine C e E che proteggono gli epatociti dal danno epatico. Inoltre i cereali integri e integrali, soprattutto l’orzo e il farro ricchi di vitamine del gruppo B stimolano l’epatocita migliorando la funzionalità epatica. Utili come depurativi sono anche alcune erbe, tarassaco, agave, aloe,marrobio, olivo, rosmarino che esercitano un’azione benefica sul fegato; si possono usare per preparare decotti, lasciando bollire le foglie (nel caso del carciofo) o la radice (nel caso del tarassaco) direttamente in 500 mL di acqua aggiungendo altra acqua al consumarsi e bevendo il preparato prima dei pasti; o ancora ci si può servire delle tinture madri preparate lasciando macerare le foglie in alcool per giorni, e poi diluendo poche gocce al giorno in acqua.
“Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere”
(Jim Rohn)
Dott.ssa Agostina Iannicelli Biologo Nutrizionista
Bibliografia
http://www.liverfoundation.org/
Hepatic Steatosis, Insulin Resistance, and Adipose Tissue Disorders – Abhimanyu Garg, and Anoop Misra- jcem journal of clinical endocrinology and metabolism
Il potere farmacologico degli alimenti- D. Arcari Morini, A. D’Eugenio, F, Aufiero