Lo stress da lavoro può nascere come acuto ma generalmente si cronicizza nel tempo.
Dal punto di vista femminile, è proprio questo stress cronico che genera alterazioni di alcune funzioni fisiologiche che possono influenzare sia la fertilità che la gravidanza.
Lo stress acuto determina un aumento della produzione di tre ormoni: il cortisolo, l’adrenalina e la prolattina che modulano le funzioni del corpo per metterlo in grado di reagire alla situazione stressante.
Ma quando la situazione di stress diventa cronica, questi ormoni vanno ad influenzare una “centralina” situata nel cervello, detta ipotalamo, che ha anche una funzione di controllo sul ciclo mestruale; si crea così una interferenza a livello dell’ipotalamo tra gli ormoni dello stress e quelli del ciclo mestruale che può portare sia a situazioni di blocco dell’ovulazione, sia ad alterazioni della ciclicità mestruale che a causa di una alterata produzione di progesterone vanno dalla polimenorrea (mestruazioni in anticipo), all’oligomenorrea (mestruazioni in ritardo), all’amenorrea (assenza del ciclo mestruale), come anche spotting (perdite ematiche tra una mestruazione e l’altra).
Risulta quindi evidente come, la prima conseguenza di un’alterazione del ciclo possa portare anche a situazioni di sterilità dovute proprio a malfunzionamento della fisiologia ovarica, che può a sua volta aggiungere ulteriore stress alla persona.
Per cercare di attutire gli effetti dello stress sul ciclo mestruale possiamo agire su diversi fattori come sonno, capacità di rilassarsi, attività fisica, mantenimento del peso forma e alimentazione, che sono direttamente correlati alla nostra capacità decisionale e su cui possiamo avere un’influenza diretta, non potendo, soprattutto in alcune situazioni, rimuovere la causa dello stress.
Questo stesso genere di attenzioni dovrà essere posto in essere anche e soprattutto nel caso in cui una situazione stressogena di questo genere colpisca durante la gravidanza.
Lo stress cronico infatti, a causa del mantenimento prolungato nel tempo di alti livelli di cortisolo, può avere conseguenze anche sulla salute del nascituro; numerosi studi hanno infatti evidenziato come in situazioni di stress cronico aumenti il rischio di parto pretermine e di basso peso alla nascita del neonato.
Inoltre è stato evidenziato anche un effetto sulla motricità del feto, è infatti stato dimostrato con l’ecografia che figli di madri con alti livelli di stress hanno meno movimenti in utero.
Da ultimo ma non meno importante, è stato evidenziato come lo stress cronico abbassi in modo notevole le difese immunitarie; in caso di gravidanza tale abbassamento delle difese non sarà solo a carico della mamma ma anche del bimbo, che sarà maggiormente a rischio di infezioni infantili con conseguente uso di numerosi antibiotici già in età molto precoci.
E’ quindi di fondamentale importanza riconoscere quando lo stress è eccessivo e adottare quindi comportamenti e stili di vita che permettano una protezione del bimbo già prima della sua nascita.