stressA quanti di voi è capitato di avere una patologia (esempio cefalee, colon irritabile, vaginismo etc), fare mille analisi e non avere un riscontro clinico e il medico ci comunica che la nostra patologia è causata dallo stress”?

La parola stress vuol dire tutto e niente ma esistono invece individui o meglio persone affette da sintomi fisici privi di una base organica in quanto espressione di fattori psicologici. In questi casi la psiche ricorre al corpo come veicolo privilegiato per esprimere emozioni nascoste, così si determina un analogo linguaggio somatico e corporeo di difficile decodificazione.

Ad esempio in una patologia dermatologica come la psoriasi, la pelle non svolgerà solo la funzione biologica (barriera semi-permeabile) di separare, delimitare e mettere in comunicazione individuo e ambiente ma sarà anche l’espressione di ciò che accade nel nostro mondo emotivo.

In ogni sintomo somatico vi sarà un aspetto nascosto che costituisce il “senso” del disturbo, deformato dalle nostre difese che contribuiscono a rendere il significato a noi inaccessibile, tale da permettere all’individuo di attuare tramite il corpo sofferente una sorta di comunicazione a valore soggettivo e relazionale.

Soggettivo, perché così facendo le emozioni conflittuali possono esprimersi ricorrendo ad una sorta di codice legato al “dolore”, e oggettivo, perché i sintomi organici permettono al soggetto all’interno di un quadro relazionale socioculturale di adottare il ruolo di “malato”, con tutti i vantaggi interpersonali gratificanti.

Una malattia respiratoria non sarà solo l’espressione di un danno d’organo generico, ma esprimerà in modo più sottile alcuni significati che ad esame superficiale possono sfuggire e che saranno da riferire ad una difficoltà di relazione fra il mondo emotivo del soggetto e la realtà esterna.

Studi più recenti, inoltre, affermano come nella cardiopatia ischemica si assista alla comparsa preliminare di stato depressivo caratterizzato da negazione e rimozione per i propri fallimenti, con estrema ambivalenza e rigidità per quanto riguarda la vita emotiva. A riprova di ciò è noto come le cosiddette turbe funzionali cardiache (iperventilazione, senso di soffocamento, parestesie …) siano legate a cronici stati d’ansia o ad angosce fobiche di separazione e di abbandono.

Sulla base di quanto detto possiamo ritrovare in molte malattie psicosomatiche un rapporto di continuità tra l’organo malato e gli eventi esistenziali apparentemente non collegabili all’espressività patologica somatica. L’obiettivo dell’intervento dello psicologo è l’interpretazione e la chiarificazione riguardo al “senso” del disturbo nella storia di vita dell’individuo e supportarlo in questo processo al fine di fornirgli un modello di confronto con le tematiche nascoste ad esso associate e offrire soluzioni inaspettate nei rapporti con la realtà.

Dott.ssa Derna Busacchio (Psicologo)

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