adolescenzaCon il termine adolescenzaci si riferisce a quel periodo di vita tra i 13 e i 20 anni, nel corso dei quali il cervello e il corpo di un individuo subiscono dei cambiamenti, risultati di una “crescita”.

Il cambiamento più evidente avviene a livello corporeo e la variazione ormonale agisce su alcune aree neurali, generando emozioni amplificate che a loro volta influenzano la condotta.

Essendo un periodo di forte ridefinizione di sé, il ragazzo molto probabilmente proverà destabilizzazione e disagio: c’è paura del cambiamento, del giudizio degli altri (“piacerò agli altri”?), del corpo che cambia (“mi guardo allo specchio, ma non mi piaccio”) e tutto questo genera una crisi nell’identità, perché non si è più bambini, ma neanche adulti.

Il disagio a questo punto si manifesta nei comportamenti e nelle condotte rischiose: il gioco d’azzardo, il fumo, il consumo di alcol e/o di sostanze stupefacenti, l’avere rapporti sessuali non protetti, le cattive abitudini alimentari palesano trasgressione, desiderio di superare il limite, di sentirsi “grandi”, di pensare di  padroneggiare il senso del pericolo, di sentirsi autonomi e vivere sensazioni nuove ed eccitanti.

Il gruppo dei pari diventa il luogo indispensabile in cui sperimentarsi, rafforzare i processi di identificazione, di differenziazione-individuazione e di integrazione relazionale: unirsi ad un gruppo soddisfa il bisogno di affiliazione per trovare supporto, condivisione e approvazione che si trasforma in bisogno di appartenenza, quindi la scelta di attività e valori che conciliano con l’immagine di sé che l’adolescente si costruisce. Il gruppo, inoltre, garantisce un incontro tra i due sessi mediato dalla presenza dei coetanei e permette di sviluppare l’orientamento preferenziale verso le prime esperienze intime e sentimentali.

…E gli adulti? Cosa possono fare per sopravvivere a questi cambiamenti?

Se i ragazzi devono affrontare compiti di sviluppo tipici dell’età che vivono, gli adulti che li accompagnano si trovano a dover decifrare il nuovo universo giovanile e devono essere in grado di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze educative. I figli, a quell’età, tendono a mettere in discussione l’autorità genitoriale e contrapponendosi alle regole, richiedono una maggiore libertà; risulta fondamentale, da parte dei genitori, dosare una buona quantità di protezione e permettere quell’ esplorazione adeguata al livello di crescita.

Gli adolescenti sono molto sensibili verso gli stimoli esterni, infatti, cercano risposte adeguate alle loro domande: i genitori e gli educatori devono essere autentici, rappresentare i propri valori e accettare  il confronto, occasione nel quale condividere emozioni e mettere a disposizione risorse per affrontare differenti situazioni nel miglior modo possibile.

Dott.ssa Isabella Magnifico (Psicologo e Psicoterapeuta)

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