Il diaframma con la sua funzione digestiva, non solo respiratoria, è un muscolo a cupola che divide la cavità toracica da quella addominale. Dal centro frenico partono delle fibre a raggera divise in tre porzioni:
- fibre sternali che si inseriscono sull’apofisi xifoidea e parte bassa dello sterno;
- fibre costali che si inseriscono sulle cartilagini costali e le coste dalla settima alla dodicesima e si embricano con quelle del muscolo trasverso;
- fibre lombari che si inseriscono sulle vertebre lombari attraverso due pilastri da ciascun lato.
È un muscolo respiratorio primario che ci permette, insieme ai muscoli secondari della respirazione, di respirare e di riempire i nostri polmoni di aria.
Proprio per quanto riguarda i pilastri del diaframma, essi svolgono una funzione fondamentale sulla stabilizzazione e la mobilità del tratto lombare, garantendo un corretto movimento alle vertebre con cui prendono anatomicamente contatto, andando incontro ad un minor rischio di lombalgie. Inoltre delimitano lo spazio in cui passa l’aorta addominale, ovvero l’arteria più grossa e più importante del corpo umano.
Meno conosciuta è la sua funzione digestiva. È definito motore viscerale che, grazie al suo movimento, modifica la pressione addominale esattamente come modifica la pressione intra toracica, aiutando e coadiuvando il movimento della digestione: la peristalsi. Il diaframma compie migliaia di movimento, respiratori ogni giorno, si alza e si abbassa compiendo una espirazione ed una inspirazione facendo sì che gli organi circostanti, (fegato, stomaco, reni ed intestino) vengano compressi, spremuti, e ritirati, simultaneamente, offrendo loro sia la corretta mobilità che la corretta motilità (movimento intrinseco dell’organo).
In sintesi il diaframma è il motore dei nostri visceri che li aiuta a compiere al meglio le loro funzioni. Il diaframma lavora in sintonia con il diaframma pelvico (conosciuto come pavimento pelvico), una mancanza di armonia tra loro creerebbe una compressione o decompressione eccessiva sui visceri causandone un cattivo funzionamento e quindi una disfunzione strutturale e viscerale. Se il diaframma non funziona correttamente, nemmeno i polmoni funzionano bene perché loro non hanno meccanismi propri per fare entrare l’aria. Quindi il primo promotore dell’inspirazione ed espirazione è il diaframma. Contraendosi, il diaframma espande il petto, creando una pressione inspiratoria negativa nel torace e portando aria nei polmoni attraverso la trachea. Grazie a questo meccanismo pressorio inoltre, viene favorita la vascolarizzazione dei tessuti, la quale consente un ritorno venoso e linfatico in tutto l’organismo e di conseguenza il corretto apporto nutritivo ai tessuti viscerali.
Al contrario di altri muscoli scheletrici, il diaframma si contrae e rilassa ritmicamente, sotto il controllo del sistema nervoso autonomo attraverso il nervo frenico. Proprio grazie a questo nervo il diaframma riceve la sua innervazione motoria e sensitiva che gli consente il corretto funzionamento. Problematiche a carico di questo nervo possono portare ad un mal funzionamento del diaframma e di conseguenza ad una cattiva respirazione (N.B. lievi disturbi del nervo frenico possono portare al cosiddetto singhiozzo). Noi siamo inconsapevoli del diaframma a meno che non pensiamo consapevolmente alla sua funzione. Molte delle problematiche, quali: cervicalgie, ansietà, reflusso, difficoltà respiratorie, mal di schiena ecc. posso ricondurle a problematiche del diaframma.
Il diaframma è uno dei muscoli che vengono maggiormente trattati in ambito osteopatico, proprio per i motivi sopra descritti. I pazienti che necessitano di un trattamento diaframmatico ottengono notevoli miglioramenti non solo dal punto di vista respiratorio ma anche a livello dell’intero organismo. L’approccio di questo muscolo non è invasivo ed è ben accettato dal paziente.
La respirazione completa è un insieme, una totalità in cui non esistono fratture, è un’azione fluida con un ritmo lento tra inspiro ed espiro, solo dal naso, partendo da 8 secondi di inspiro e 8 di espiro, fino ad aumentare gradualmente e mantenendo gli occhi chiusi. Come l’acqua che riempie una bottiglia dal basso verso l’alto in inspirazione e dall’alto verso il basso in espirazione, come vuotare una bottiglia.
Conviene fare prima l’esperienza in posizione supina, poi seduta e in seguito in tutte le altre.
PRATICA DESCRITTIVA Gambe piegate e piante dei piedi poggiate a terra.
1) Rilassatevi, chiudete gli occhi, mantenete la mente lucida e attenta. Posate la mano sinistra sull’addome e la destra sullo sterno: questo vi aiuterà a percepire più nitidamente il movimento del respiro.
2) Inspirando sentite il respiro che sale dal basso (dal pube), e da qui portatelo verso l’alto, saturando l’addome ed il torace. È utile percepire l’espansione laterale del torace, all’altezza delle costole fluttuante.
3) Sospensione attiva naturale di 1/2 secondi.
4) Espirando ascoltate il respiro mentre esce da voi con movimento fluido. In un tempo successivo imparate a sentire come la spinta per l’espirazione viene da un punto interno posto sotto l’ombelico. Espirando torace e addome si muovono sincronicamente, un fluire soffice e armonico. 5) Sospensione passiva naturale 1/2 secondi. Sia l’inspirazione che l’espirazione dovranno risultare fluide, morbide senza scatti respiratori. Quando avrete raggiunto la naturalezza e la consapevolezza della respirazione completa potrete farla da seduti, gambe incrociate o sui talloni.
RESPIRAZIONE PER ANSIA, PAURA, DEPRESSIONE, DOLORI MESTRUALI Respirazione per abbassare le sostanze nocive per i nostri neuroni.
Seduti, su una sedia o a terra con la schiena dritta, con il pollice della mano destra chiuderete la narice dx, poi inspirerete lentamente e profondamente dalla narice sinistra e poi dovrete espirare lentamente dalla bocca (a cerchio) espirando l’aria come se steste soffiando per fare delle bolle di sapone, quindi inspirate dalla narice sinistra ed espirate dalla bocca, per un tempo di 3/8 minuti, avrete un immediato effetto calmante sull’ansia.
Dott. Federico Bouquin (Osteopata) rif. articolo Dott. Roberto Menghini