Cosa è la melanina? Dove si trova la melanina?
Il nostro corpo si difende dai raggi UV e mitiga il loro impatto sull’epidermide grazie all’esistenza della melanina. La melanina, dal greco “melas” (nero-scuro) è un pigmento naturale prodotto dai melanociti ossia cellule localizzate nello strato basale dell’epidermide, che da la peculiare colorazione alla pelle e ai peli.
Essa deriva dall’amminoacido tirosina e ha una funzione fondamentale nella melanogenesi, il processo che permette di abbronzarci; infatti la sintesi e l’accumulo di melanina nella nostra pelle è stimolata dall’esposizione ai raggi ultravioletti.
Come aumentiamo la produzione di melanina? quali cibi sono consigliati per incrementare la melanina?
Gioca un ruolo fondamentale l’alimentazione nell’aumento della melanina, esistono alcuni nutrienti per cui è stato scientificamente provato avere la capacità di aumentare la produzione di melanina.
Uno di questi è sicuramente il rame, un oligoelemento presente maggiormente nelle ostriche, nei frutti di mare e nelle interiora degli animali (fegato e rene) ma anche nei semi oleosi, nella frutta secca, nei cereali soprattutto nella segale, nel cioccolato, nelle patate, nelle verdure a foglia verde e in alcune carni bianche; Esso aumenta la produzione della melanina, ma anche di un’altra proteina altrettanto importante per la pelle, l’elastina che conferisce elasticità ai tessuti.
Ricerche scientifiche e diversi trials clinici rivelano che gli antiossidanti hanno un potenziale più alto rispetto ad altre sostanze di aumentare la produzione di melanina.
Flavonoidi e polifenoli, contenuti in cibi di origine vegetale, agiscono da antiossidanti e possono influenzare la produzione di melanina. Consumare cibi ricchi di antiossidanti, ma anche ricchi in vitamine e minerali , tipo verdure a foglie verdi, mirtilli neri, cioccolato fondente e vegetali colorati aiuta tanto l’ implementazione di tale pigmento. La vitamina A è una vitamina importante nella produzione della melanina ed essenziale per avere una pelle salubre; si trova nelle carote, come betacarotene, nelle patate, negli spinaci e nei piselli.
Da quando è stato dimostrato che la vitamina A agisce come antiossidante, molti ricercatori sperano che questa insieme a tutte le altre vitamine possano essere un supplemento utile nella produzione di melanina, ma al momento sono ancora in corso studi per provarne la veridicità. Per adesso, si sa per certo che buoni livelli di vitamina A, soprattutto retinolo, sono alla base di una pelle sana.
Il carotenoide caratteristico della vitamina A, responsabile del colore giallo, rosso-arancio tipico degli ortaggi, gioca un ruolo importante nella protezione della pelle dai raggi UV. Per aumentare i livelli di questa vitamina bisogna consumare tante verdure di colore rosso-arancio, ma anche una quota moderata di carne e pesce. Oppure assumere integratori specifi in stati carenziali.
Dal momento che la vitamina A è una vitamina liposolubile può accumularsi fino a raggiungere la soglia massima stabilita dalll’istituto Nazionale della salute; le dosi giornaliere raccomandate sono 700 mcg /die per gli uomini e 900 mcg/die per le donne, ovviamente i bambini hanno un fabbisogno minore.
La vitamina E è un’importante vitamina per la salute della pelle, essendo un antiossidante anch’essa ha la capacità di incrementare i livelli di melanina, anche se non esistono studi a favore di ciò è stato invece provata la sua azione protettiva nei confronti della pelle dai danni dell’ esposizione al sole. La vitamina E la assumiamo mangiando verdure, cereali, semi oleosi e frutta secca.
La Vitamina C, al pari delle precedenti agisce da antiossidante e quindi ha una funzione di protezione della pelle. Essa è presente negli agrumi, nei frutti rossi e nei vegetali a foglie verdi. Adottando alcuni accorgimenti è però possibile migliorare la salute della pelle e proteggerla dalle radiazioni UV, migliorando al massimo la funzione della melanina. Secondo alcuni studi, negli adulti una quantità di 1000UI di vitamina D, assunta con l’alimentazione o sotto forma di integratore alimentare, può aiutare a proteggere la pelle dai raggi UV. Restare fedeli alla classica dieta mediterranea, per la ricchezza di vitamine, antiossidanti, sali minerali, acidi grassi omega 3 e 6, è un ottimo rimedio per contrastare il photoaging, l’invecchiamento cutaneo, dovuto all’esposizione solare.
Effetti positivi e negativi dell’esposizione al sole. Quali precauzioni adottare?
E’ indubbio che il sole con il suo calore, la sua luce e la sua energia ha effetti positivi sul nostro stato psicofisico. Migliora il tono dell’umore, rafforza i meccanismi di difesa intrinseci dell’organismo ed attiva la vitamina D fondamentale per l’assorbimento e la fissazione del calcio nelle ossa. L’esposizione alla luce solare viene addirittura utilizzata come terapia (fototerapia) per curare e risolvere alcune patologie, soprattutto a livello cutaneo, quali la psoriasi.
Non dobbiamo però mai dimenticare che gli effetti da positivi possono tramutarsi in negativi se non ci si espone al sole con moderazione e cautela. Infatti è ormai noto che una scorretta esposizione oltre a favorire la comparsa di eritemi , provoca un invecchiamento precoce della cute e costituisce fattore di rischio per la comparsa di tumori della pelle.
Prima di tutto si deve preservare la salute della pelle e proteggerla applicando una crema solare che contenga un indice di protezione adeguato alla propria sensibilità individuale nei confronti del sole; è buona norma evitare di esporsi nelle ore centrali della giornata, dalle ore 12 alle ore 16, in cui l’irraggiamento solare è al massimo dell’intensità.
Per godere di questi benefici basta un’esposizione solare quotidiana di 15 minuti. In dosi eccessive, infatti, il sole può anche essere nocivo e causare danni a breve termine, quali scottature anche note come eritemi solari; fotodermatiti, come la dermatite polimorfa solare (ne è affetto il 10% della popolazione adulta) e l’acne, nonché rare patologie fotoindotte come il lupus e l’orticaria solare; disturbi pigmentari quali macchie, melasma (maschera della gravidanza) o vitiligine; foto immunosoppressione (herpes labiale); fotosensibilizzazione.
L’esposizione solare comporta inoltre danni a lungo termine, casi tipici sono l’accelerazione dell’invecchiamento cutaneo, indicato dalla comparsa di macchie, da rughe profonde e dalla perdita del tono e dell’elasticità della pelle e la foto -carcinogenesi (tumore della pelle).
I raggi UV sono i maggiori responsabili degli effetti nocivi del sole sulla pelle: gli UVB (con la B di “bruciatura” e di “bronzo”, il colore della tintarella) stimolano in particolare l’abbronzatura, ma sono anche la prima causa di scottature, mentre gli UVA (con la A di “allergie” e di “age”) sono più insidiosi perché non provocano dolore e penetrano più in profondità nella pelle, accelerando l’invecchiamento cutaneo e scatenando intolleranze solari, comunemente definite allergie solari, e disturbi pigmentari (melasmi, macchie).
La radiazione UVB e UVA può inoltre causare alterazioni del nucleo cellulare, danneggiandone il DNA. Se questi danni invisibili si ripetono, a lungo termine possono indurre lo sviluppo di neoplasie.