Colichette bambino: l’alimentazione della mamma?

Quasi tutti i lattanti a partire dalla terza settimana di vita fino almeno al quarto mese di vita, presentano episodi di pianti inconsolabili, soprattutto serali, accompagnati da rossore in viso e irrigidimento dell’addome e delle gambine.

Si tratta di colichette?

Le coliche infantili rappresentano un motivo di allarme e preoccupazione per molti genitori che, di fronte al pianto inconsolabile del bambino, non sanno come comportarsi. Anche perché, benché la ricerca sia attiva, le cause del disturbo sono ancora sconosciute. Tante ipotesi e poche risposte.

Alcuni dati scientifici dimostrano che le coliche sono legate a un processo neurocomportamentale del bambino il quale deve ancora imparare a gestire gli stimoli quotidiani; altre ipotesi trovano la causa nella immaturità dell’intestino.

Una cosa è certa: le evidenze attuali non suggeriscono alcuna modificazione della dieta della mamma durante l’allattamento al seno come terapia e/o prevenzione delle coliche. I dati disponibili derivano da studi  con diverse limitazioni.  Una dieta di esclusione, in accordo con il pediatra, può al massimo essere intrapresa nel momento in cui si manifestano sintomi riconducibili alle coliche.

Cosa fare quindi?

 

  • Trovare un personale modo di consolare e tranquillizzare il proprio bambino, favorendo il contatto (che sia esso cullarlo a pancia in giù o cantare loro una canzone o l’utilizzo di fasce);
  • Prestare attenzione al tipo di tettarella (in caso di latte in formula) e al tipo di succhiotto;
  • Tummytime;
  • Valutazione di un corretto attaccamento al seno;
  • Massaggi/trattamenti infantili tramite l’ausilio di un osteopata.
osteopata neonato
Dott.ssa Tiziana d'Amico

Biologo Nutrizionista

Anche tu ti vuoi affrontare serenamente questo momento importante della crescita del tuo bambino?

Dieta fai da te: NO!

“Dottoressa, prima di venire da lei, lo scorso anno ho provato a seguire una dieta trovata su internet e ha funzionato benissimo. Poi però sono andata in vacanza e al ritorno avevo rimesso tutti kg persi anzi forse anche di più”

“Non è la prima dieta che seguo, due anni fa avevo seguito una dieta da 1200kcal che mi aveva dato mia cugina che l’aveva ritagliata da una rivista, ma non ho perso nulla”

“Dottoressa, ho sentito parlare di digiuno intermittente, ho provato a capire qualcosa su internet e ho iniziato a digiunare 10 ore al giorno”

E ancora… “Dottoressa ho usato in passato dei beveroni in offerta su internet, ma poi son finito in ospedale, ora ho paura di approcciarmi al cibo”.

Quante persone si riconoscono in queste parole?

Non sono poche le testimonianze di persone purtroppo in fin di vita per diete sbagliate (basti pensare alla influencer Samsonova morta nell’agosto del 2023 probabilmente a seguito di una alimentazione crudista), oppure i diversi bambini ospedalizzati a seguito di diete estremiste. E non dimentichiamoci che secondo gli ultimi dati statistici, il 7% della popolazione presenta un dca (disturbo del comportamento alimentare).

Io credo che il nutrizionista debba sotto questo aspetto dire e fare la sua parte.

Se dovessimo chiedere alla maggior parte delle persone perché mangia, molte di esse risponderebbero per sopravvivere o per fame. Entrambe sono risposte coerenti ed appropriate. Se dovessimo chiedere alla maggior parte delle persone perché si mettono a dieta, molte di esse risponderebbero mettendo l’accento su quanto sia importante per loro vedersi e sentirsi meglio. Anche queste risultano risposte coerenti. Ma credo sia pensiero comune cercare di voler ottenere risultati migliori e perché no in tempi brevi. Forse questo credo che sia il primo motivo per il quale le persone tendono (almeno in prima battuta) ad affidarsi a diete fai te. Costo 0, tempi di attesa 0, comodità 10, risultati? Dipende…

Ricordo che ogni piano alimentare dovrebbe essere personalizzato sulla base della persona: bisogna assolutamente prestare attenzione alle analisi del sangue, allo storico familiare, a possibili patologie e non per ultimo alle esigenze quotidiane. Come fa una persona che pranza fuori per motivi di lavoro a seguire ciò che google consiglia? E se non dovesse trovare quel determinato alimento? E poi.. cosa ne sa google che quella persona non può mangiare alimenti integrali per il suo gonfiore addominale? O di quella persona che dalle ultime analisi risulta avere una glicemia bordeline ma da “menù standard” ha il dolce come gratificazione finale?

Ed è così che si arriva ai rischi collegati alle diete fai da te:

se la dieta è troppo restrittiva è intuitivo capire che peso se ne perde, ma cosa? Grasso o massa magra?;

Se la dieta è troppo sbilanciata, il risultato sarà a breve e lungo termine uno stallo metabolico;

Se la dieta è troppo drastica (ma promette di perdere velocemente peso) è sicuramente  un regime alimentare che si basa su rinunce e privazioni che alla lunga (ma neanche troppo) vengono viste come veri e propri sacrifici. E in quel caso con chi confrontarsi? Con google?!?!?!

Se la dieta non è adatta alla mia condizione fisiopatologica? Possiamo immaginare tutti noi  i rischi.

Quindi, sono tante le problematiche e i dubbi dietro una dieta fai da te, soprattutto se si parla di diete mima digiuno o diete chetogeniche in cui è ancora più importante il controllo medico.

Affidatevi sempre ad un professionista per ottenere risultati in tempi sani e giusti per il proprio corpo e per raggiungere un equilibrio fra corpo e mente.

Ricordiamoci che il corpo è la  casa in cui abitiamo, prendiamocene cura.

Dott.ssa Tiziana D'Amico

Biologo Nutrizionista

Anche tu ti sei ritrovato in questo articolo e vuoi trovare una soluzione al tuo problema di salute?

La tiroide, la “farfalla” multifunzionale

tiroide

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla posizionata sul collo a ridosso della trachea.

Proprio come ricorda la sua forma questa ghiandola, come una farfalla, è utile, multifunzionale, ma altrettanto delicata e a volte silenziosa e non ben attrezzata.

25 grammi, con ogni “ala” chiamata lobo misura 5 cm di lunghezza, 3 cm di larghezza e 2 cm di spessore.

Questo minuscolo organo con i suoi ormoni stimola quasi tutti i tessuti dell’organismo a produrre proteine, aumenta il quantitativo di ossigeno utilizzato da tutte le nostre cellule e come effetto si osserva un’attivazione e stimolazione del metabolismo muscolare, osseo, nervoso e biochimico.

Gli ormoni tiroidei influenzano funzioni vitali dell’organismo come la frequenza cardiaca, l’integrità della pelle e delle membrane di tutto il corpo tra cui le mucose anche dell’apparato gastro-intestinale, la crescita, l’invecchiamento, la fertilità, la digestione e l’assimilazione. Purtroppo come abbiamo già scritto, la tiroide è un organo delicato come una farfalla e risente tantissimo dell’invecchiamento, di una mancanza di Iodio nell’alimentazione o un’alimentazione povera di nutrimenti, risente della presenza di tossici ed interferenti endocrini nel cibo nell’aria e addirittura di metaboliti prodotti nel nostro corpo dallo stress psicofisico.

 La tiroide e stimolata dall’ormone TSH prodotto dall’ipofisi e produce due ormoni t3 e t4 di cui il t4 rappresenta il maggiore prodotto. Il t3 viene convertito nel fegato e nell’intestino in t4 e quindi nel prodotto metabolicamente attivo e rappresenta per l’ipofisi un fattore di stimolazione o di inibizione attraverso quello che viene chiamato ‘meccanismo a feedback negativo’. Eccessivo t3 in circolo lancia un segnale all’ipofisi per cessare di stimolare la tiroide, come anche un difetto di intestino per disbiosi o di fegato per interferenza con farmaci o tossici, possono non convertire il t3 in T4  e non creare un giusto controllo in sito ipofisale.

Nel caso la tiroide dormisse (ipotiroidismo) l’ipofisi necessità di produrre più TSH per stimolare in modo corretto la tiroide, cosa contraria avviene invece nel momento in cui ho una tiroide iper-reattiva.

Ma al fine di produrre t3 e t4 in maniera corretta la tiroide necessità soprattutto di iodio, un oligoelemento naturale contenuto nei pesci e nel sale marino integrale. Oltre allo iodio, è importante ricordare che anche il selenio ha un ruolo chiave nel funzionamento della tiroide, infatti protegge le delicatissime cellule della tiroide dal danno dello stress ossidativo e, a livello degli organi bersaglio, partecipa alle reazioni che rendono attivi gli ormoni tiroidei.

tiroide

La tiroide inoltre produce calcitonina che partecipa il mantenimento delle ossa poiché favorisce la fissazione del calcio coadiuvata  dalla vitamina D, ormone ormai ritenuto indispensabile e di molteplici importanze e funzioni del nostro corpo.

Esaminare in maniera annuale il TSH  per determinare la funzione tiroidea, aiuta a prevenire e a  coadiuvare fenomeni quali ritenzione idrica, tachicardia, crampi muscolari, osteoporosi, malattie metaboliche, malattie cardiovascolari, malattie epatiche, renali e molte altre.

Bisogna anche tener conto che le radiazioni elettromagnetiche e tossici sia ambientali che presenti in molti alimenti a cui ci esponiamo in maniera costante, oltre a predisposizioni familiari, inducono formazioni non sempre benigne nella tiroide con mutazioni anche veloci. Tutto ciò ha reso l’esame della tiroide un esame da effettuare almeno annualmente.

Dott.ssa Samantha di Geso

Biologo Nutrizionista

Anche tu ti sei ritrovato in questo articolo e vuoi trovare una soluzione al tuo problema di salute?

Donna e sport, un legame sempre più indissolubile

donna

Negli ultimi anni la donna si è guadagnata molta più considerazione nel mondo dello sport rispetto al passato, tanto che molte donne hanno raggiunto posizioni centrali negli eventi sportivi; basta fare il nome di Sara Simeoni, un’ex altista italiana, medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Mosca 1980 fino a Federica Pellegrini, eccellenza nel nuoto, soprannominata da molti La Divina, è considerata la più grande nuotatrice italiana della storia nonché una delle più longeve in assoluto nel suo ambito.

Al giorno d’oggi, la donna è più considerata non solo in termini di partecipazione, ma anche in settori in cui gli studi scientifici e le applicazioni erano riservate esclusivamente agli uomini. A tal proposito sono state studiate le variazioni ormonali soggette  al ciclo mestruale che sono molto importanti nella salute della donna sportiva e nello stilare un tipo di alimentazione adatto ad ogni fase ormonale.

Detto questo è ovvio che allenamento e alimentazione variano a seconda se il soggetto in questione sia un uomo o una donna. Quando si parla di allenamento al femminile bisogna considerare la tipologia ormonale, le fasi del ciclo mestruale, e il biotipo  morfo-strutturale (ginoide o androide) che ne deriva . Questo è spiegabile se si considera che esiste uno stretto collegamento tra le nostre caratteristiche fisiche e l’influenza delle diverse ghiandole endocrine sul nostro organismo. Il nostro sistema endocrino risponde alle attività motorie di una certa entità cercando di adattarsi nel miglior modo possibile alle mutate condizioni fisiche. Sotto l’influsso adattativo indotto dall’allenamento, l’ipofisi è stimolata alla produzione dell’ormone somatotropo (meglio noto come GH o ormone della crescita), che  svolge un’azione anabolizzante generale sull’organismo, e della prolattina che può avere effetti sul ciclo mestruale.

Un’ aumentata secrezione di prolattina provoca inibizione della funzione ovarica e comparsa di un ciclo irregolare. Allo stesso modo la pratica sportiva può avere conseguenze sul menarca, tendendo a posticiparne la comparsa. Gli ormoni follicolari (FSH ed LH) possono avere effetti negativi anche sulla prestazione sportiva, allo stesso modo, la pratica di sport particolarmente intensi, o un improvviso incremento dell’intensità, può provocare la scomparsa del ciclo mestruale.

Dalla diversa conformazione ormonale ne deriva la tipologia morfo strutturale.

Esistono  essenzialmente tre tipi di biotipi: quello armonioso, quello ginoide e quello androide. Il biotipo più diffuso al mondo tra le donne è quello ginoide. Si distinguono in base  ai diversi punti di accumulo di grasso e di liquidi.

Il biotipo androide, infatti, è prevalente negli uomini, i quali tendono a prender peso sull’addome, mentre il ginoide è una peculiarità più marcatamente femminile. La donna ginoide  ingrassa più facilmente nella parte inferiore del corpo. In particolare su gambe, glutei e fianchi; è soggetta a ritenzione idrica e soffre di cellulite. Ha spesso problemi di circolazione venosa; tende ad avere le spalle e le braccia strette, soprattutto rispetto alla parte bassa del fisico.

Per capire il proprio biotipo basta misurare la circonferenza dei fianchi e quella della vita con un metro da sarta: se il rapporto tra le due misure è inferiore a 0,85 il proprio fisico è ginoide, mentre se è superiore è androide. Le patologie a cui va incontro la donna ginoide sono quelle linfatiche e circolatorie, inoltre l’accumulo di peso negli arti inferiori può portare a problemi osteoarticolari e vascolari.

L’ allenamento specifico per il fisico a pera necessita di accortezze differenti da quello per il corpo androide. L’obbiettivo è quello di dare volume a braccia e spalle, senza sovraccaricare troppo le gambe.

Meglio preferire gli allenamenti con esercizi a circuito e stretching  o la camminata veloce e il nuoto  che sono perfetti per la donna ginoide perché aiutano a smaltire il ristagno di liquidi negli arti inferiori.

La dieta è sicuramente un aspetto importante per tenere sotto controllo il peso e per a contrastare la ritenzione idrica.

donna sport

Le donne androidi o a mela,  sono quelle che accumulano grasso principalmente nella zona addominale, toracica, dorsale e cerviconucale, con gambe magre e glutei meno pronunciati. Questo tipo di fisicità è predisposto a complicanze metaboliche e cardiovascolari come ipercolesterolemia, ipertensione, ridotta tolleranza ai carboidrati, insulino resistenza e diabete di tipo II.

L’allenamento per la donna androide è basato principalmente la tonificazione dei muscoli delle gambe e  dei glutei, seguito dal dimagrimento della parte superiore del corpo per cercare di raggiungere un equilibrio  tra la  parte inferiore e parte superiore del nostro fisico. Braccia , spalle e addome, in cui vi è il maggior quantitativo di grasso, dovranno invece essere allenati attraverso esercizi di sovraccarico e stazioni aerobiche come step, cyclette, tappeto.

La dieta completerà il lavoro avendo come obbiettivo principale sistemare l’aspetto metabolico e poi curerà il calo ponderale e la riduzione della circonferenza addominale, qualora ce ne fosse il bisogno.

Dott.ssa Agostina Iannicelli

Biologo Nutrizionista

Anche tu ti sei ritrovato in questo articolo e vuoi trovare una soluzione al tuo problema di salute?

Dieta: perché meglio con gli aminoacidi essenziali?

Il nostro corpo, per vivere, necessita principalmente di un adeguato apporto giornaliero di quattro elementi: carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto.

E’ importante sottolineare, che solo le proteine contengono tutti e quattro questi elementi e quindi, in linea puramente teorica, noi possiamo vivere di sole proteine (o aminoacidi), non certo di soli carboidrati o di soli grassi.

Il problema, è che con i carboidrati e con i grassi non è possibile ricostituire l’azoto perso nei vari processi metabolici.

Quindi, se non introduciamo sufficienti quantità di azoto, il corpo va a prenderselo dove ce n’è di più, e cioè dai muscoli, che sono il serbatoio di riserva di aminoacidi.

Se le diete non sono equilibrate, cosa molto frequente, l’organismo degrada i suoi muscoli per prendersi l’azoto che serve al mantenimento dei suoi organi vitali.

Questo meccanismo, senza il supporto di aminoacidi essenziali, comporta una perdita di forza e di vitalità che induce le persone a interrompere il regime dietetico che, necessariamente, dev’essere ipocalorico.

Gli aminoacidi Essenziali, compensano dunque le richieste di azoto, contrastano la perdita di massa muscolare e consentono al fegato di produrre una certa quantità di zucchero (Glucosio), che dà più energia al nostro corpo”.

Dott. Davide Spoldi (Biologo Nutrizionista Sportivo)

Anche tu ti sei ritrovato in questo articolo e vuoi trovare una soluzione al tuo problema di salute?

Il nostro intestino e le malattie dermatologiche

intestino

Molti studi recenti hanno evidenziato l’esistenza di un legame importante fra le disbiosi e lo sviluppo di malattie dermatologiche quali acne, rosacea e dermatite seborroica, psoriasi, e allo stesso tempo fra le disbiosi e pruriti diffusi o altri fastidi minori, ma non trascurabili.

Il nostro intestino è popolato da grandi numerosità di microrganismi, in perfetto equilibrio tra loro: questo complesso ecosistema costituisce il microbiota intestinale o flora batterica intestinale, fondamentale per la salute intestinale e quella di tutto l’organismo.

Tuttavia, per differenti ragioni, questo delicato equilibrio può alterarsi: si parla di disbiosi intestinale.

Ciò può essere la base di numerosi disturbi e malattie, non solo di natura gastrointestinale.

fattori principali che alterano l’equilibrio della flora intestinale sono:

  • Alimentazione sbilanciata, dieta povera di nutrienti;
  • Alterazioni dell’alvo
  • Assunzione di farmacitra cui antibiotici, inibitori della pompa gastrica.
  • Stress (ricorda che l’intestino è il secondo cervello), cattive abitudini(fumo, alcool).

Il primo passo da fare per proteggere il proprio corpo e ottimizzare il proprio stile alimentare è intervenire sulle abitudini quotidiane.

 E’ molto importante depurare l’intestino e mantenerlo “pulito” per fare in modo che esplichi le sue innumerevoli funzioni in modo efficiente. Di seguito poche e semplici raccomandazioni:

  • Bere acqua. L’idratazione favorisce l’evacuazione.
  • Prediligere cibi ricchi di fibre: verdure, frutta, alimenti integrali, 
  • Fare il pieno di alimenti anti- ossidanti: in particolare, i frutti di bosco vantano proprietà anti- aging. Sapevi che anche il caffè ha proprietà antiossidanti? Assumilo con moderazione, ma non eliminarlo!
  • Evitare fritture, salumi ricchi di grasso, carne rossa processata.
  • Moderare i latticini.
  • Prediligere alcuni metodi di cottura, come la cottura al vapore, per rendere i cibi più leggeri e facilmente assimilabili.
  • Distribuire adeguatamente i pasti nella giornata.
  • Ridurre sensibilmente lo zucchero, diminuire il sale.

Dott.ssa Agostina Iannicelli (Biologo Nutrizionista)

Anche tu ti sei ritrovato in questo articolo e vuoi trovare una soluzione al tuo problema di salute?

Language