Oggi in italia la percentuale di bambini obesi è in crescita, alcuni miglioramenti sono stati registrati negli ultimi dieci anni, ma il nostro Paese si ritrova ancora al secondo posto in Europa per diffusione dei chili di troppo nei bimbi maschi (21%), dietro solo a Cipro, ed è quarta per obesità infantile femminile (14%). In base a una stima media, i bambini in sovrappeso risultano essere al 21,3% mentre il 9,3% risulta obeso. Sono i dati del rapporto Eurispes Italia 2020. I bambini sovrappeso già all’asilo hanno un rischio 4 volte maggiore di essere obesi nel corso dell’adolescenza. Mentre si considera che un bambino obeso a 6 anni ha più del 50% di probabilità di essere a sua volta un adulto obeso. In Italia la prevalenza di giovanissimi obesi è più bassa nel Nord e più alta nelle regioni meridionali, dove le condizioni socioeconomiche e altri indicatori relativi alla salute sono peggiori.

Negli anni tra il 2008/9 e il 2016, secondo gli studi di monitoraggio, la prevalenza del sovrappeso è diminuita dal 44,4% al 39,4%; l’obesità è diminuita dal 21,2% al 17%. Un’influenza positiva in questo senso è data da fattori come l’educazione dei genitori, particolarmente della madre, e la nazionalità che, se straniera, condizionerebbe negativamente questi miglioramenti percentuali. Fortunatamente, l’obesità in età evolutiva è trattabile intervenendo direttamente sui fattori ambientali (stress, ambiente sociale) e su un miglioramento dello stile di vita, solo nel 5% dei casi è conseguenza di patologie e cause organiche ben identificabili.

Dal 1975 a oggi secondo altri studi recenti il numero di bambini e adolescenti obesi è più che triplicato. Questa percentuale non è dovuta soltanto alla cattiva alimentazione: è la vita sedentaria a favorire il consumo di zuccheri e grassi e per dimostrarlo l’Unicef  fa riferimento ai dati Istat, che  dicono che circa la metà (48,8%) dei bambini tra i 3 e i 5 anni fanno una vita troppo sedentaria. Un dato che poi arriva al 20,8% (percentuale comunque altissima) intorno alla maggiore età.Tra gli adulti il metodo più semplice per determinare l’eccesso di peso (ormai accettato a livello internazionale) è il rapporto peso/statura chiamato Indice di Massa Corporea. Nei bambini e negli adolescenti la massa grassa non solo aumenta in valori assoluti con l‘età, ma il suo rapporto con peso e altezza cambia fisiologicamente nel tempo e in maniera diversa fra i due sessi, rendendo la diagnosi di obesità più complessa. Nella pratica clinica quotidiana è sufficiente fare riferimento alle curve dei centili dell’IMC che ogni pediatra usa. Un dato superiore all’85°c è indice di sovrappeso, se il dato è superiore al 90°c è indice di obesità.

I bambini, si sa, sono “pazienti” difficili ed esigenti. La maggior parte dei cibi sani e consigliabili non trova gradimento nel loro palato. Ci sono, però, tanti trucchi per contrastare le cattive abitudini e radicare in loro sane abitudini di vita. Esistono innumerevoli patologie strettamente legate al cibo: mangiare correttamente sin da piccoli è il miglior investimento per la salute. Le preferenze alimentari e l’abitudine a un regolare esercizio fisico si consolidano nei primi anni di vita. Per questo è molto importante insegnare ai più piccoli ad alimentarsi correttamente e invitarli a praticare sport nella giusta quantità. I bambini fanno troppo poca attività fisica: dopo la scuola, spesso fanno i compiti e guardano la TV, mentre avrebbero bisogno anche di muoversi e giocare. Spesso mangiano anche davanti alla TVe questo non gli permette di dosare la quantità di cibo ingerito.

 Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che oltre il 30% dei tumori è associato al tipo di alimentazione seguita e che un consumo di cibi sani fin dalla più giovane età si accompagna a una più bassa incidenza di tumori. Un elemento determinante, secondo lo studio EPIC, è l’elevato consumo di vegetali fin dalla più tenera infanzia, a fronte di un apporto contenuto di proteine di origine animale. Perché i più piccoli siano sempre svegli e pieni di energie è necessario che l’apporto calorico sia ben suddiviso tra colazione, pranzo e cena.
L’importanza reciproca di pranzo e cena è, purtroppo, spesso invertita: i bambini che mangiano nelle mense scolastiche tendono a non consumare l’intero pasto (spesso perché non gradito), mentre i genitori che lavorano riservano alla sera il menù più completo, favorendo così l’aumento di peso. Durante la notte, infatti, il bambino non ha modo di smaltire le calorie in eccesso.

La colazione del mattino, spesso sottovalutata in Italia, è molto importante perché al risveglio, dopo una media di 10 ore di digiuno, l’organismo ha bisogno di “carburante” per ripartire.
Per fare una buona colazione, l’elemento chiave è il tempo. Alzarsi dieci minuti prima per sedersi a tavola è una strategia vincente: non solo si dà al bambino il tempo di svegliarsi con calma e di sentire gli effetti del digiuno notturno, ma si incentiva un inizio della giornata non troppo frenetico.

Una colazione scarsa innesca un vero e proprio circolo vizioso: è facile infatti che il bambino che non mangia al risveglio si butti affamato sulla merenda di metà mattina. Di conseguenza a pranzo non avrà fame. La merenda pomeridiana sarà quindi eccessivamente abbondante e la cena scarsa: in sostanza si sposta il bilancio nutrizionale verso gli spuntini di scarso valore a scapito dei pasti principali.
La merenda di metà mattina dovrebbe essere costituita da un frutto fresco o da semplice pane, meglio se integrale, che fornisce un buon apporto di carboidrati senza l’eccesso di zuccheri e grassi presente invece nelle merendine e nei biscotti, spuntini e merendine molto calorici ma scarsi dal punto di vista nutrizionale, Insegnare ai propri figli a mangiare bene è parte dell’educazione che fornite loro. E poiché l’educazione parte dall’esempio, dovete fare innanzitutto un bilancio delle vostre abitudini alimentari per modificarle se non sono salubri: ne guadagnerà in salute l’intera famiglia.

Per cominciare, la frutta e la verdura sono la base di una sana alimentazione. Ogni giorno sia i bambini sia gli adulti dovrebbero consumarne almeno cinque porzioni, ma raggiungere questi standard con i più piccoli può diventare un’impresa impossibile. Esistono però alcuni “trucchi” per rendere i vegetali più appetibili e per educare i bambini a un corretto comportamento nei confronti dei cibi.

Provate a tener conto dei gusti dei piccoli, introducete tutte le verdure, una per una, fin dalla più tenera età servite  in porzioni piccole. Spiegate ai bambini da dove vengono i frutti e le verdure che consumano e           fateli partecipare alla preparazione dei piatti, anche i più duri non resisteranno alla tentazione di assaggiare qualcosa che è stato preparato da loro stessi. Giocate con le forme e i colori e se è possibile, privilegiate i piatti unici, che uniscono carboidrati, verdure e proteine.

Spesso manca sulla tavola il pesce, che è invece fondamentale, abbondano al contrario le proteine animali provenienti da carne e formaggi.

Ecco 10 consigli per una corretta alimentazione nei bambini:

  1. Consumare tre pasti principali, con la giusta ripartizione calorica e limitare a un massimo di due gli spuntini giornalieri
  2. Introdurre quando possibile il piatto unico ben equilibrato
  3. Consumare almeno una volta al giorno alimenti ricchi di amido come pasta, riso o pane, preferendo quelli integrali
  4. Ridurre il consumo di cibi e bevande zuccherate sia nei pasti sia fuori dai pasti
  5. Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi
  6. Limitare il consumo di carni grasse e insaccati, eliminando il grasso
  7. Portare in tavola anche il pesce
  8. Limitare il consumo di burro a favore dell’olio extravergine d’oliva a crudo, eliminando invece lardo e strutto
  9. Evitare un consumo eccessivo di formaggi grassi
  10. Variare la scelta dei cibi evitando la ripetitività

Dott.ssa Agostina Iannicelli (Biologo Nutrizionista)

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