La tiroide, la “farfalla” multifunzionale

tiroide

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla posizionata sul collo a ridosso della trachea.

Proprio come ricorda la sua forma questa ghiandola, come una farfalla, è utile, multifunzionale, ma altrettanto delicata e a volte silenziosa e non ben attrezzata.

25 grammi, con ogni “ala” chiamata lobo misura 5 cm di lunghezza, 3 cm di larghezza e 2 cm di spessore.

Questo minuscolo organo con i suoi ormoni stimola quasi tutti i tessuti dell’organismo a produrre proteine, aumenta il quantitativo di ossigeno utilizzato da tutte le nostre cellule e come effetto si osserva un’attivazione e stimolazione del metabolismo muscolare, osseo, nervoso e biochimico.

Gli ormoni tiroidei influenzano funzioni vitali dell’organismo come la frequenza cardiaca, l’integrità della pelle e delle membrane di tutto il corpo tra cui le mucose anche dell’apparato gastro-intestinale, la crescita, l’invecchiamento, la fertilità, la digestione e l’assimilazione. Purtroppo come abbiamo già scritto, la tiroide è un organo delicato come una farfalla e risente tantissimo dell’invecchiamento, di una mancanza di Iodio nell’alimentazione o un’alimentazione povera di nutrimenti, risente della presenza di tossici ed interferenti endocrini nel cibo nell’aria e addirittura di metaboliti prodotti nel nostro corpo dallo stress psicofisico.

 La tiroide e stimolata dall’ormone TSH prodotto dall’ipofisi e produce due ormoni t3 e t4 di cui il t4 rappresenta il maggiore prodotto. Il t3 viene convertito nel fegato e nell’intestino in t4 e quindi nel prodotto metabolicamente attivo e rappresenta per l’ipofisi un fattore di stimolazione o di inibizione attraverso quello che viene chiamato ‘meccanismo a feedback negativo’. Eccessivo t3 in circolo lancia un segnale all’ipofisi per cessare di stimolare la tiroide, come anche un difetto di intestino per disbiosi o di fegato per interferenza con farmaci o tossici, possono non convertire il t3 in T4  e non creare un giusto controllo in sito ipofisale.

Nel caso la tiroide dormisse (ipotiroidismo) l’ipofisi necessità di produrre più TSH per stimolare in modo corretto la tiroide, cosa contraria avviene invece nel momento in cui ho una tiroide iper-reattiva.

Ma al fine di produrre t3 e t4 in maniera corretta la tiroide necessità soprattutto di iodio, un oligoelemento naturale contenuto nei pesci e nel sale marino integrale. Oltre allo iodio, è importante ricordare che anche il selenio ha un ruolo chiave nel funzionamento della tiroide, infatti protegge le delicatissime cellule della tiroide dal danno dello stress ossidativo e, a livello degli organi bersaglio, partecipa alle reazioni che rendono attivi gli ormoni tiroidei.

tiroide

La tiroide inoltre produce calcitonina che partecipa il mantenimento delle ossa poiché favorisce la fissazione del calcio coadiuvata  dalla vitamina D, ormone ormai ritenuto indispensabile e di molteplici importanze e funzioni del nostro corpo.

Esaminare in maniera annuale il TSH  per determinare la funzione tiroidea, aiuta a prevenire e a  coadiuvare fenomeni quali ritenzione idrica, tachicardia, crampi muscolari, osteoporosi, malattie metaboliche, malattie cardiovascolari, malattie epatiche, renali e molte altre.

Bisogna anche tener conto che le radiazioni elettromagnetiche e tossici sia ambientali che presenti in molti alimenti a cui ci esponiamo in maniera costante, oltre a predisposizioni familiari, inducono formazioni non sempre benigne nella tiroide con mutazioni anche veloci. Tutto ciò ha reso l’esame della tiroide un esame da effettuare almeno annualmente.

Dott.ssa Samantha di Geso (Biologo Nutrizionista)

Donna e sport, un legame sempre più indissolubile

donna

Negli ultimi anni la donna si è guadagnata molta più considerazione nel mondo dello sport rispetto al passato, tanto che molte donne hanno raggiunto posizioni centrali negli eventi sportivi; basta fare il nome di Sara Simeoni, un’ex altista italiana, medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Mosca 1980 fino a Federica Pellegrini, eccellenza nel nuoto, soprannominata da molti La Divina, è considerata la più grande nuotatrice italiana della storia nonché una delle più longeve in assoluto nel suo ambito.

Al giorno d’oggi, la donna è più considerata non solo in termini di partecipazione, ma anche in settori in cui gli studi scientifici e le applicazioni erano riservate esclusivamente agli uomini. A tal proposito sono state studiate le variazioni ormonali soggette  al ciclo mestruale che sono molto importanti nella salute della donna sportiva e nello stilare un tipo di alimentazione adatto ad ogni fase ormonale.

Detto questo è ovvio che allenamento e alimentazione variano a seconda se il soggetto in questione sia un uomo o una donna. Quando si parla di allenamento al femminile bisogna considerare la tipologia ormonale, le fasi del ciclo mestruale, e il biotipo  morfo-strutturale (ginoide o androide) che ne deriva . Questo è spiegabile se si considera che esiste uno stretto collegamento tra le nostre caratteristiche fisiche e l’influenza delle diverse ghiandole endocrine sul nostro organismo. Il nostro sistema endocrino risponde alle attività motorie di una certa entità cercando di adattarsi nel miglior modo possibile alle mutate condizioni fisiche. Sotto l’influsso adattativo indotto dall’allenamento, l’ipofisi è stimolata alla produzione dell’ormone somatotropo (meglio noto come GH o ormone della crescita), che  svolge un’azione anabolizzante generale sull’organismo, e della prolattina che può avere effetti sul ciclo mestruale. Un’ aumentata secrezione di prolattina provoca inibizione della funzione ovarica e comparsa di un ciclo irregolare. Allo stesso modo la pratica sportiva può avere conseguenze sul menarca, tendendo a posticiparne la comparsa. Gli ormoni follicolari (FSH ed LH) possono avere effetti negativi anche sulla prestazione sportiva, allo stesso modo, la pratica di sport particolarmente intensi, o un improvviso incremento dell’intensità, può provocare la scomparsa del ciclo mestruale.

Dalla diversa conformazione ormonale ne deriva la tipologia morfo strutturale.

Esistono  essenzialmente tre tipi di biotipi: quello armonioso, quello ginoide e quello androide. Il biotipo più diffuso al mondo tra le donne è quello ginoide. Si distinguono in base  ai diversi punti di accumulo di grasso e di liquidi.

Il biotipo androide, infatti, è prevalente negli uomini, i quali tendono a prender peso sull’addome, mentre il ginoide è una peculiarità più marcatamente femminile. La donna ginoide  ingrassa più facilmente nella parte inferiore del corpo. In particolare su gambe, glutei e fianchi; è soggetta a ritenzione idrica e soffre di cellulite. Ha spesso problemi di circolazione venosa; tende ad avere le spalle e le braccia strette, soprattutto rispetto alla parte bassa del fisico.

Per capire il proprio biotipo basta misurare la circonferenza dei fianchi e quella della vita con un metro da sarta: se il rapporto tra le due misure è inferiore a 0,85 il proprio fisico è ginoide, mentre se è superiore è androide. Le patologie a cui va incontro la donna ginoide sono quelle linfatiche e circolatorie, inoltre l’accumulo di peso negli arti inferiori può portare a problemi osteoarticolari e vascolari.

L’ allenamento specifico per il fisico a pera necessita di accortezze differenti da quello per il corpo androide. L’obbiettivo è quello di dare volume a braccia e spalle, senza sovraccaricare troppo le gambe.

Meglio preferire gli allenamenti con esercizi a circuito e stretching  o la camminata veloce e il nuoto  che sono perfetti per la donna ginoide perché aiutano a smaltire il ristagno di liquidi negli arti inferiori.

La dieta è sicuramente un aspetto importante per tenere sotto controllo il peso e per a contrastare la ritenzione idrica.

donna sport

Le donne androidi o a mela,  sono quelle che accumulano grasso principalmente nella zona addominale, toracica, dorsale e cerviconucale, con gambe magre e glutei meno pronunciati. Questo tipo di fisicità è predisposto a complicanze metaboliche e cardiovascolari come ipercolesterolemia, ipertensione, ridotta tolleranza ai carboidrati, insulino resistenza e diabete di tipo II.

L’allenamento per la donna androide è basato principalmente la tonificazione dei muscoli delle gambe e  dei glutei, seguito dal dimagrimento della parte superiore del corpo per cercare di raggiungere un equilibrio  tra la  parte inferiore e parte superiore del nostro fisico. Braccia , spalle e addome, in cui vi è il maggior quantitativo di grasso, dovranno invece essere allenati attraverso esercizi di sovraccarico e stazioni aerobiche come step, cyclette, tappeto.

La dieta completerà il lavoro avendo come obbiettivo principale sistemare l’aspetto metabolico e poi curerà il calo ponderale e la riduzione della circonferenza addominale, qualora ce ne fosse il bisogno.

Dott.ssa Agostina Iannicelli (Biologo Nutrizionista)

Dieta: perché meglio con gli aminoacidi essenziali?

Il nostro corpo, per vivere, necessita principalmente di un adeguato apporto giornaliero di quattro elementi: carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto.

E’ importante sottolineare, che solo le proteine contengono tutti e quattro questi elementi e quindi, in linea puramente teorica, noi possiamo vivere di sole proteine (o aminoacidi), non certo di soli carboidrati o di soli grassi.

Il problema, è che con i carboidrati e con i grassi non è possibile ricostituire l’azoto perso nei vari processi metabolici.

Quindi, se non introduciamo sufficienti quantità di azoto, il corpo va a prenderselo dove ce n’è di più, e cioè dai muscoli, che sono il serbatoio di riserva di aminoacidi.

Se le diete non sono equilibrate, cosa molto frequente, l’organismo degrada i suoi muscoli per prendersi l’azoto che serve al mantenimento dei suoi organi vitali.

Questo meccanismo, senza il supporto di aminoacidi essenziali, comporta una perdita di forza e di vitalità che induce le persone a interrompere il regime dietetico che, necessariamente, dev’essere ipocalorico.

Gli aminoacidi Essenziali, compensano dunque le richieste di azoto, contrastano la perdita di massa muscolare e consentono al fegato di produrre una certa quantità di zucchero (Glucosio), che dà più energia al nostro corpo”.

Dott. Davide Spoldi (Biologo Nutrizionista Sportivo)

Torta pasqualina con farina di farro

Torta pasqualina con farina di farro

Preparazione 1 ora
Cottura 30 minuti
Tempo totale 1 ora 30 minuti
Portata Secondo di terra
Cucina Italiana
Porzioni 4 persone

Ingredienti
  

  • 400 g farina di farro
  • 200 ml acqua
  • 30 ml olio extravergine di oliva
  • q.b. sale
  • 1 kg spinaci freschi
  • 50 g porri
  • 100 g parmigiano
  • q.b. sale

Istruzioni
 

  • Per la base:
    mettere in una ciotola la farina di farro setacciandola e il sale. Versare a filo l'olio e aggiungere l'acqua e lavorare l'impasto fino ad ottenere una "pagnotta" morbida ben omogenea.
    Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigo 30min.
    Nel frattempo lavare e bollire gli spinaci. Tagliare il porro e metterlo in una padella con gli spinaci bolliti per circa 10min.
    Aggiungere il parmigiano al ripieno, amalgamare e lasciare raffreddare.
    Bollire due uova fino a renderle sode.
    Trascorsi i 30min in frigo, tirare fuori l'impasto e dividerlo in due lune. Stendere una luna con il mattarello per ottenere la base della torta salata e la seconda per la parte che coprirà il tutto.
    Una volta ottenuti i due dischi di pasta stendere la prima in una tortiera fino a farla sbordare dal bordo e riempire con il condimento (gli spinaci). Aggiungere le uova sode tagliate a fette e chiudere con il 2° disco di pasta.
    Chiudere il contorno (vedi video) e mettere in forno per 30min a 200° forno preriscaldato ventilato.
    Buona Pasqua e... buon appetito!

Video

Dietro la maschera del bullo

Cos’è il Bullismo? 

Con questo termine si indica una situazione di ripetuti e sistematici atti di prevaricazione e  violenza (fisica, verbale, psicologica o sociale) ai danni di uno o più soggetti, solitamente  percepiti come piu deboli ed incapaci di difendersi. 

Gli attori coinvolti negli episodi di Bullismo sono : il/i

Cosa porta dei giovani ad attuare questi comportamenti? 

Generalmente, il minore è spinto dal bisogno di “sentirsi forte”, “qualcuno”; di “emergere  dalla massa”, di “essere ammirato”, ricevere attenzione. Sentire di “ESISTERE”. Spesso non sanno raportarsi in modo libero e paritario con gli altri, ma solo attraverso  dinamiche tipo “potere – sottomissione”, altrimenti traducibile nella seguente logica:  “Schiacciare per nn essere schiacciato”, “abbassare l’altro per innalzarmi”. 

I bulli spesso cercano di non mostrare (a sé stessi in primis) il loro fragile senso  d’Indentità, che avvertono come non chiara né riconosciuta.  

Difatti, tendenzialmente, hanno un‘immagine di sé negativa, per cui si percepiscono  come individui di poco valore, poco capaci, deboli, non visti, non riconosciuti. Alle spalle, possono avere un vissuto di scarso sostegno genitoriale oppure di  rapporti familiari conflittuali e/o aggressivi, se non violenti e basati proprio sulla  dinamica “potere – sottomissione”. 

Può anche entrare in gioco un meccanismo per cui una “vittima/ex-vittima” per uscire da  quel ruolo assume quello di “carnefice” di qualcunaltro. 

Emozioni di rabbia derivanti da questi vissuti frustranti e dolorosi possono solo alimentare  l’attuazione di questi comportamenti violenti, in quantro diventano anche una valvola di  sfogo (sul designato “capro espiatorio”. 

Se il bullo fosse “forte”, non avrebbe bisogno di esercitare un potere su altri percepiti  vcome più deboli, nel campo in cui si sente piu forte (es. uno fisicamente forte, sceglierà  qualcuno di gracile) in modo da ottenere quella sensazione di forza ed esaltazione che  ricerca, col minor sforzo. 

Tali sensazioni, gli servono per contrastare l’immagine negativa che ha di sé,  nascondendo a sé stesso anche la sua “vigliaccheria”, che altro non è che un’espressione  della propria paura verso la propria fragilità e debolezza.  

Attaccando l’altro nella sua debolezza tenta di “negare”, “contrastare” la sua.

Poiché i vissuti negativi ed i bisogni sopra elencati, spesso sono misconosciuti dal  bullo stesso, possiamo anche ipotizzare che dietro ai suoi comportamenti si celino delle  inconscie richieste di aiuto, di qualcuno che li veda e riconosca come individui importanti  e degni di affetto come tutti. 

La vittima perfetta 

Parlando delle fragilità e “debolezza” interiore del bullo, si può facilmente dedurre perchè  se la prendano con individui percepiuti più fragili che, a differenza loro, anziche rispondere in maniera violenta attuano comportamenti di tipo piu passivo:  

Sono spesso bambini o ragazzi con molta difficoltà ad esprimersi e a rapportarsi alla pari  con gli altri in quanto più ansiosi ed insicuri, sensibili, cauti e calmi.  

Anche loro soffrono spesso di scarsa autostima e hanno un’opinione di sé e della  loro situazione piuttosto negativa. Sono quei giovani spesso timidi, che si sentiono  facilmente stupidi o poco attraenti, se non dei falliti. 

Altri attori 

I gregari: sono altri indivdui fragili, come se non piu del bullo, con la stessa sensazione di  “non essere” e rendono loro Identità quella indifferenziata degli “appartenenti al gruppo”;  preferendo nascondersi dietro l’anonimato della massa ed alla persona del bullo – capo.  Seguirlo, inoltre, è il loro modo per evitare di diventare a loro volta un bersaglio, suo o di  altri bulli del posto in cui si trovano.  

Gli spettatori: coloro che vedono cosa succede, ma, sempre per la paura di finire nel  mirino del bullo oltre che per effetto della Diffusione della Responsabilità, non si  oppongono al suo comportamento, non difendono la vittima e scappano o fingono di non  vedere.

Dott.ssa Rachele Ghirardi (Psicoterapeuta)

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