La gravidanza è un momento particolare per la donna: è un vortice di emozioni, paure, ansie e momenti di gioia che vanno e vengono senza preavviso! Colpa degli ormoni, come si suol dire, ma anche di tutti i cambiamenti connessi.

E’ importante avere una maggiore attenzione verso l’alimentazione sia per il bambino affinché riceva i nutrienti giusti che per la mamma stessa, onde evitare un eccessivo aumento di peso.

Facciamo un passo indietro…il concepimento:

In verità da nutrizionista, vi svelo che l’alimentazione andrebbe curata già durante il concepimento, ove è importante che la mamma sia in uno stato di salute ottimale. Le cattive abitudini alimentari sono causa spesso di sovrappeso e infiammazioni del pacco intestinale e delle vie urinarie e possono essere una delle causa di infertilità. Dunque un adeguato apporto di nutrienti  attraverso una dieta bilanciata e un’appropriata integrazione di acido folico, ossia della vitamina B9, potrebbero rappresentare un buon modo per prepararsi alla gravidanza.

La gravidanza trimestre per trimestre…

Il 1° trimestre

Il 1°trimestre è il periodo durante il quale il corpo della donna gravida si prepara ad accogliere l’embrione, si assiste ad un aumento dei liquidi corporei necessari per la formazione della placenta; non c’è bisogno di aumentare l’apporto di nutrienti in termini di calorie, ma al contrario è necessario assumere almeno 2 litri di acqua al giorno. E’ il momento di in cui l’aumento ponderale è minimo, va dai 0,500- 2,00 kg in relazione al BMI della donna.

Generalmente sono i mesi in cui sono frequenti le nausee, si verificano nell’80%-85% delle gravide e nel 52% dei casi si presentano associate  a vomito. Lo zenzero è tra i rimedi non farmacologici efficaci per la riduzione di nausea e vomito; la sua sicurezza in gravidanza non è stata accertata. Evitare pasti ricchi di grassi di scarsa digeribilità e preferire pasti piccoli e frequenti potrebbe aiutare molto.

Anche la stipsi è una condizione comune in questo trimestre, responsabile di ciò il cambiamento dell’assetto ormonale, può protrarsi per tutta la gravidanza, ma in genere con l’ introduzione di fibre alimentari nella dieta,  bevendo acqua almeno 1,5 litro, integrando fermenti lattici e magnesio si può risolvere il disturbo.

Il 2° e 3° trimestre

Nel 2°-3° trimestre è indicato un aumento pari a 350 – 450 Kcal*, ovviamente sempre considerando il BMI della donna; si assiste in genere a un aumento di circa 0,400 kg a settimana nel 2° trimestre e 0,500 kg a settimana nell’ultimo trimestre, l’aumento ponderale nel 2° trimestre l’aumento del peso è a carico dei tessuti materni mentre nel 3° trimestre l’aumento è a carico dell’accrescimento fetale. In questi mesi sono frequenti disturbi di pirosi gastrica e di infiammazione del plesso emorroidario. Il peso totale acquisito nei 9 mesi non dovrebbe superare gli 11,0- 14,0 kg.

L’alimentazione della donna in gravidanza generalmente è basata su:

  • 50% di Carboidrati (cereali in chicco, cereali non raffinati, zuccheri della frutta, amidi degli ortaggi), che corrispondono alla  principale fonte energetica per l’organismo materno. Assicurano aumento ponderale e crescita del feto, della placenta, dei tessuti materni
  • 20% di proteine (carni magre, pesce, legumi, uova), le quali forniscono gli amminoacidi necessari per la crescita cellulare, ovvero, per l’ipertrofia e l’iperplasia dei tessuti materni come utero, mammelle nonché soddisfano le necessità del feto in particolare nella seconda metà della gravidanza.
  • 30% di grassi, importante fonte energetica per l’organismo, da privilegiare i grassi insaturi (pesce, olio e.v.o, frutta secca, semi oleosi) rispetto ai quelli saturi (carni, formaggi) che non devono superare il 10% del fabbisogno.

Da non trascurare è l’ultimo trimestre, detto anche fase diabetica, in cui la ripartizione dei nutrienti viene modificata in modo da non squilibrare il metabolismo glicemico.

! Da evitare !

Per un principio di precauzione, è importante evitare fin dal 1° trimestre alcuni cibi poiché rappresentano un elemento di rischio per la salute della madre e del nascituro, tipo formaggi a pasta molle, frutti di mare e pesce crudo, carni  crude e conservate (prosciutto, bresaola, speck e salame), paté e piatti pronti inclusi queli a base di verdure, fegato e interiora, uova e latte crudi o non pastorizzati, pesci contenenti alte quantità di mercurio. 

Ma quali sono i reali rischi? I rischi legati al consumo di questi alimenti sono legati alle tossinfezioni alimentari connesse, eccone una lista:

  • la salmonellosi, è una tossinfezione a trasmissione oro-fecale causata dalle cosiddette Salmonelle minori, si contrae attraverso il consumo di uova e carni crude.  Nella madre forme gastroenteriche e nel feto forme infettive a carico delle ossa e meningi.
  • La toxoplasmosi, si contrae attraverso l’ingestione di cisti tissutali attraverso carni crude e poco cotte (inclusi salame, prosciutto e carne secca) o presenti nel latte di animali infetti o ingestione di oocisti escrete dai gatti e contaminanti acqua e terreno (incluse fruttta e verdura mal lavata e contaminata con le feci dei gatti).
  • La listeriosi, è tipica di chi consuma formaggi a pasta molle derivati dal latte crudo o da muffe, come il cammenbert, brie, feta, patè di carne, cibi cotti ma contaminati, carni fredde delle gastronomie, carni crude o poco cotte, insaccati. I rischi a carico della madre e del feto sono infezioni intestinali, encefalite, mortalità, aborto.

Alla dieta, quando è necessario, vengono in supporto eventuali integrazioni; le più comuni sono:

  • Acido folico

Il suo valore protettivo, rispetto al rischio di difetti congeniti, in particolare quelli a carico del tubo neurale – come spina bifida, anencefalia e encefalocele (difetti del tubo neurale, DTN), è ampiamente documentato. Si raccomanda 0,4 mg /die di acido folico. Per essere efficace l’assunzione di acido folico deve iniziare almeno un mese prima del concepimento e continuare per tutto il primo trimestre di gravidanza.

  • Ferro

L’assunzione di ferro (30 mg/ die) in gravidanza previene l’anemia, definita come emoglobina a termine inferiore a 11 g/dl e che risultata associata a una minore frequenza di nati piccoli per l’età gestazionale. La supplementazione con ferro non deve essere offerta di routine a tutte le donne in gravidanza, dal momento che non porta benefici di salute per la madre e il feto e può avere effetti collaterali indesiderati. Può essere necessaria nelle gravidanze gemellari, o nelle donne vegetariane “assolute”.

  • Vit D

La vitamina D, essenziale per l’omeostasi del calcio, incluso il suo assorbimento attraverso la placenta per sopperire ai bisogni del feto, specie nell’ultimo trimestre di gravidanza. Una grave carenza è associata a rachitismo nei bambini e a osteomalacia in bambini e adulti.  La supplementazione routinaria anche in questo caso non è raccomandata.

Dott.ssa Agostina Iannicelli (Biologo Nutrizionista)

Condividi sui social
Language